Nel 2004 Dolce & Gabbana trasferirono i marchi di loro proprietà ad una società con sede in Lussemburgo a sua volta controllata indirettamente da loro. La società lussemburghese detentrice dei marchi ha poi fatturato royalty alla società operativa italiana, che si è dedotta i costi. Tale meccanismo consente un risparmio d’imposta pari all’incirca al 28% in quanto in Italia vige una tassazione IRES/IRAP del 33% circa mentre in Lussemburgo le royalty per i marchi vengono tassati al 6%. I dividendi distribuiti dalla società lussemburghese alla holding italiana, inoltre, non avrebbero scontato ritenuta è sarebbero stati tassati in Italia all’1,37% circa.
Costituire una società effettivamente operativa in Lussemburgo è lecito in virtù del principio europeo del libero stabilimento. In molte occasioni, tuttavia, la società estera rappresenta una “scatola” di rappresentanza per delocalizzare i redditi, come i giudici tributari hanno avuto modo di accertare nel caso Dolce & Gabbana.
La Guardia di Finanza, infatti, ha sequestrato i pc dei dipendenti della società italiana, rinvenendo diverse email contenenti disposizioni sulle attività da svolgere e sulla contrattualistica commerciale da utilizzare da parte della società lussemburghese. Pertanto, ai sensi dell’art. 73 del TUIR, poiché la direzione e le decisioni della società sono sostanzialmente prese in Italia, la società lussemburghese risulta “esterovestita” e tutti i redditi da essa percepiti devono essere tassati in Italia.
L’accertamento per esterovestizione comporta l’esborso delle imposte non versate, degli interessi, e delle sanzioni che potrebbero arrivare fino al 200% dell’imposta dovuta, ma nessuna sanzione penale senza la dimostrazione del dolo (se non si dimostra l’intenzionalità di eludere, e quindi il reato di dichiarazione infedele, l’esterovestizione in sé non è penalmente perseguibile ai sensi del d.Lgs. 74/00).
Nel caso Berlusconi, invece, si è configurata una evasione delle imposte attraverso falsa fatturazione, penalmente rilevante secondo il citato decreto 74. Per questo motivo Dolce & Gabbana non sono hanno subito sanzioni penali, mentre Berlusconi si.